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San Valentino

 

 

San Valentino, patrono di Terni e protettore degli innamorati di tutto il mondo, rinnova il 14 febbraio i suoi miracoli d'amore.

Correva l’anno 175 d.C. quando nacque a Terni San Valentino, patrono della città e dell’Amore e protettore degli innamorati di tutto il mondo.

Valentino dedicò la sua vita alla comunità cristiana che si era formata nella città a cento chilometri da Roma, dove infuriava la persecuzione nei confronti dei seguaci di Gesù. La fama degli eclatanti miracoli compiuti dal Santo, come ad esempio la guarigione del giovane Cheromone figlio del celebre retore Cratone, arrivò fino a Roma e si diffuse presto in tutto l’Impero, tanto che il Papa San Feliciano, nel 197 d.C., lo consacrò primo vescovo della città di Terni, che ancora oggi ne conserva le spoglie mortali.

Il giardino della casa di San Valentino era un luogo di gioia ed amore, dove spesso gli abitanti della città di Terni si recavano, per ricevere i preziosi consigli del santo.
Particolari ed abituali frequentatori del giardino erano i bambini della zona, che lì si recavano per giocare. Valentino, rallegrandosi della loro spensieratezza e della loro purezza, spesso si fermava ad osservarli, soprattutto per essere certo che non corressero pericolo alcuno.
Quando il sole iniziava a tramontare, egli si recava tra loro e a ciascuno regalava un fiore, che i bambini avrebbero dovuto portare alle loro mamme. Un piccolo stratagemma, per essere certo che i fanciulli si dirigessero subito a casa, senza far troppo tardi!

Il suo nome è da sempre legato all’amore per un episodio che a quel tempo sollevò particolare clamore: narra la leggenda, infatti, che Valentino fu il primo religioso a celebrare l’unione fra un legionario pagano, Sabino, ed una giovane cristiana, Serapia. Purtroppo, Serapia si ammalò di tisi poco prima del matrimonio; potete immaginare la disperazione di Sabino...Valentino fu chiamato al capezzale della fanciulla, mentre Sabino lo supplicava affinché non fosse separato da Serapia. Valentino battezzò il giovane, ed unì i due in matrimonio. Mentre Valentino levava le mani per la benedizione, un sonno beatificante avvolse i due giovani...

 

LA ROSA DELLA RICONCILAZIONE : un giorno San Valentino, sentendo litigare due giovani fidanzati che stavano passando di là della siepe del suo giardino, andò loro incontro tenendo in mano una splendida rosa. Si rivolse ai due ragazzi con un gesto pieno d’amore, donò loro la rosa e gli sussurrò parole di riconciliazione. Il volto sorridente del buon Valentino e quel fiore ebbero il magico potere di far terminare la lite tra i due giovani innamorati. Il Santo volle poi che i due fidanzati stringessero insieme con cautela il gambo della rosa, facendo attenzione a non farsi pungere dalle spine e pregando affinché il loro amore restasse eterno. I giovani dopo un po’ di tempo tornarono da lui per suggellare la loro felice unione e ricevere la benedizione per il matrimonio. Quando la popolazione venne a conoscenza del fatto, ebbe inizio una lunga processione al cospetto di San Valentino per invocare il suo patrocinio sulle future famiglie. Il 14 di ogni mese diventò così il giorno dedicato alle benedizioni, ma la data è stata ristretta al solo mese di febbraio perché in quel giorno del 273 San Valentino andò a celebrare le sue nozze in Paradiso.

Furono in seguito in molti a desiderare la sua benedizione, ancor oggi ricordata durante la festa della promessa nella Basilica che porta il nome del Vescovo.

L’origine della festa degli innamorati deriva dal tentativo della Chiesa di porre fine ad un popolare rito pagano dedicato alla fertilità.

Fin dal quarto secolo a.C. all’arrivo del fatidico 14 febbraio, i romani pagani erano soliti rendere omaggio al dio Lupercus con un rito singolare, una sorta di gioco della bottiglia dei giorni nostri. Funzionava così: i Luperici, l'ordine di sacerdoti addetti a questo culto, si recavano alla grotta in cui, secondo la leggenda, la lupa aveva allattato Romolo e Remo e qui compivano i sacrifici propiziatori. Il sangue degli animali veniva poi sparso lungo le strade della città, come segno di fertilità. Ma il vero "evento" per la gioventù romana di allora era però la “lotteria dell'amore”.

Ogni fanciulla in età da marito metteva il proprio nome in un'urna, ed ogni giovane scapolo doveva poi pescare un nome a caso. Si formavano così delle coppie, che per un intero anno avrebbero vissuto in intimità affinché il rito della fertilità fosse concluso. L'anno successivo sarebbe poi ricominciato nuovamente con altri due. Ma poi arrivò la Chiesa che pose fine a questo rituale blasfemo, introducendo Valentino, un vescovo martirizzato circa duecento anni prima, come alter ego di Lupercus. E l’amore nobile trionfò. I padri precursori della Chiesa che erano molto contrari a tutto ciò vollero trovare un uomo che rappresentasse l'amore Così trovarono un candidato probabile in Valentino, un vescovo che era stato martirizzato circa duecento anni prima.

 

La storia racconta che nel 270 d.C., Valentino di Interamna fu invitato a corte dall'imperatore  Claudio II che voleva ripristinare i vecchi rituali pagani. Ma il futuro San Valentino, con dignità, rifiutò di rinunciare alla sua Fede, anzi tentò di convertire Claudio II al Cristianesimo. Tentativo che gli costò molto caro perché il 24 febbraio, 270, San Valentino fu lapidato e decapitato. 

Secondo la leggenda mentre Valentino era in prigione in attesa dell'esecuzione, si innamorò della figlia cieca del guardiano, Asterius. Si racconta che grazie alla fede del santo la fanciulla riacquistò l’uso della vista e che il giorno dell’esecuzione l’ex vescovo le lasciò un messaggio rimasto famoso nel tempo. Messaggio che terminava con le parole: “… dal vostro Valentino”… una frase che visse lungamente anche dopo la morte del suo autore...

Durante il periodo della sua vita pastorale il Santo fu amatissimo dalle popolazioni umbre: quando l’imperatore Aureliano ordinò atroci persecuzioni contro il clero cristiano, San Valentino fu imprigionato e flagellato lungo la via Flaminia, lontano dalla città per evitare i tumulti e le rappresaglie dei fedeli, e quindi fu martirizzato.

Il corpo del Vescovo di Terni venne sepolto frettolosamente in un cimitero all’aperto posto al secondo miglio della via Flaminia, a poca distanza da Roma. Poche notti dopo, però, i suoi fedeli discepoli, Efebo, Apollonio e Procolo, tornarono nel cimitero per disseppellire il corpo del Santo. Superati numerosi ostacoli, i tre riuscirono a riportare San Valentino nella sua città, Interamna,  per assegnargli una sepoltura degna della sua venerazione.

Era il 14 febbraio del 273 d.C. quando cadde martire: una data che dal quel momento viene ricordata in tutto il mondo per celebrare San Valentino, Santo dell’Amore.

 

Curiosità:

cosa mangiavano i personaggi della storia prima di un appuntamento d'amore? Quali cibi consideravano afrodisiaci?

 

Casanova simbolo dell'arte amatoria si affidava all'effetto afrodisiaco delle ostriche e prima di un incontro amoroso ne consumava ben 50.
Paolina Bonaparte ogni mattina un robusto servitore la portava in braccio, nuda, alla vasca da bagno, servendole la colazione. Ed era un primo pasto proprio a base di ostriche fresche e champagne che la preparavano alle scappatelle amorose della giornata.
Cleopatra si avvaleva della morbida pasta di miele e mandorle (e i suoi favoriti, si narra, perdevano il senno, se consumata secondo rituali qui irripetibili). Inoltre amava le noci.
Attila credeva nel potere stimolante del miele e, di conseguenza, dell'idromele (si racconta che il giorno delle sue nozze ne avesse bevuto in tali quantità da soccombere a un attacco cardiaco…).
E ancora Madame du Berry, il Marchese de Sade, Luigi XIV e Napoleone ebbero una fede incontrollabile nelle virtù del tartufo; mentre Madame Pompadour si limitava ad aromatizzare i suoi abiti con la vaniglia.
Shaskespeare consigliava le erbe aromatiche menta, lavanda e rosmarino, come stimolante per gli uomini di mezza età.….

 

Dire “Ti amo” in più lingue …

Albanese te dua, te dashuroj
Afrikaans Ek het jou liefe, Ek is lief vir jou
Arabo Ib'n hebbak, Ana Ba-heb-bak, nhebuk, Ohiboke, Ohiboka
Berbero Lakh tirikh
Croato Ja volim tebe
Danese Jeg elsker dig
Inglese I love you
Esperanto Mi amas vin
Finlandese Mina" rakastan sinua
Francese Je t'aime
Svedese Jag a"lskar dig
Tahitiano Ua Here Vau Ia Oe
Tedesco Ich liebe Dich

Inglese  I love you
Turco Seni Seviyurum
Zulu Mena Tanda Wena, Ngiyakuthanda!

 

 

 
 
   
 
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