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Ghetto e Portico D’Ottavia

A ridosso del teatro Marcello si apre il quadrilatero del Ghetto. Il quartiere istituito da Paolo V nel 1555, fu il luogo in cui gli ebrei vennero rinchiusi fino a quando Roma divenne capitale d'Italia. Il primo atto della nuova libera nazione fu l'abbattimento del vergognoso muro.

Il quartiere, che all'epoca di papa Paolo V contava 1750 persone, nel corso dei secoli era arrivato a contenerne 5000, in condizioni di totale invivibilità e degrado. Il portico d'Ottavia, con il quale il quartiere viene identificato, risale al II secolo a. C.; fu poi completamente riadattato da Augusto e dedicato alla sua amata sorella Ottavia.
Ornato di un numero incredibile di capolavori, tra cui trentaquattro statue equestri di bronzo che rappresentavano Alessandro e i suoi generali, opera del famoso Lisippo, fu anche il luogo dove venne esposta la statua di bronzo raffigurante Cornelia, la madre dei Gracchi, prima statua femminile esposta in pubblico.
Va immaginato come un vero e proprio centro culturale dell'antica città. A partire dal X secolo, il portico e gli archi del Teatro di Marcello divennero sede di attività commerciali e artigianali, che furono all'origine del trasferimento in questa zona degli ebrei, costretti ad abbandonare Trastevere, impoverito nel corso del Medioevo. In questa zona gli ebrei godevano della protezione delle potenti famiglie romane: i Mattei, i Cenci, i Pierleoni.
Il ghetto è stato teatro di una delle più amare pagine della storia recente: la notte del 16 ottobre del 1943 i nazisti rastrellarono e deportarono mille persone tra uomini donne e bambini. Solo sedici uomini ed una donna fecero ritorno dai campi di sterminio.

 
 
   
 
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